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La perquisizione informatica nell'articolo 247 del Codice di Procedura Penale: un'analisi approfondita

Nell'era digitale, la perquisizione informatica è divenuta uno strumento investigativo di primaria importanza per le forze dell'ordine. L'articolo 247 del Codice di Procedura Penale (CPP) disciplina questa delicata attività, delineando i presupposti e le modalità per la sua esecuzione. In questo articolo, ci addentreremo in un'analisi approfondita della perquisizione informatica, esaminando il suo ruolo nel contesto del CPP, le sue implicazioni legali etiche e le sfide che pone in materia di privacy e diritti digitali.

La perquisizione informatica

La perquisizione informatica consiste nell'acquisizione di dati, informazioni e programmi informatici da un dispositivo di archiviazione digitale, come un computer, un tablet o uno smartphone. Essa può essere disposta dal Pubblico Ministero o dalla Polizia Giudiziaria quando vi è fondato motivo di ritenere che nel dispositivo siano contenuti elementi utili alle indagini in corso.

Breve descrizione dell'articolo 247 del Codice di Procedura Penale

L'articolo 247 del CPP disciplina le perquisizioni personali e domiciliari. Il comma 1-bis specifica che quando vi è fondato motivo di ritenere che dati, informazioni, programmi informatici o tracce pertinenti al reato si trovino in un sistema informatico o telematico, ne è disposta la perquisizione.

Il Codice di Procedura Penale

Il Codice di Procedura Penale (CPP) è un corpo normativo che disciplina l'attività processuale penale in Italia. Esso stabilisce le regole per le indagini preliminari, l'udienza preliminare, il dibattimento e l'impugnazione. Il CPP è composto da tre libri:

Libro primo: Disposizioni generali

Libro secondo: Le indagini preliminari

Libro terzo: Il giudizio

Articolo 247: scopo e applicazione

L'articolo 247 del CPP ha lo scopo di consentire alle forze dell'ordine di acquisire elementi di prova utili alle indagini in corso. La perquisizione informatica può essere disposta in diversi casi, tra cui:

Reati informatici: quando il reato è stato commesso mediante l'utilizzo di un dispositivo informatico

Ricerca di prove informatiche: quando si ritiene che nel dispositivo siano contenuti dati utili a ricostruire il fatto reato

Ricerca di beni sequestrati: quando si ritiene che nel dispositivo siano conservati beni oggetto di sequestro

La Perquisizione Informatica

La perquisizione informatica è un'attività complessa che richiede competenze specifiche in materia di informatica forense. Essa può essere eseguita da personale della Polizia Giudiziaria o da consulenti tecnici nominati dal Pubblico Ministero.

L'importanza della perquisizione informatica è cresciuta considerevolmente negli ultimi anni. L'utilizzo sempre più diffuso di dispositivi informatici ha reso questi strumenti un ricettacolo di informazioni di grande valore per le indagini penali.

Articolo 247 e la Perquisizione Informatica

Come l'articolo 247 regola la perquisizione informatica

L'articolo 247 del CPP stabilisce che la perquisizione informatica può essere disposta solo con decreto motivato del Pubblico Ministero o del Giudice per le indagini preliminari. Il decreto deve indicare i dispositivi da sottoporre a perquisizione e gli oggetti da ricercare.

Esempi di casi in cui è stato applicato

L'articolo 247 è stato applicato in numerosi casi di rilevanza penale, tra cui:

Indagini su reati informatici: cyberbullismo, hacking, pedopornografia

Ricerca di prove di reati comuni: terrorismo, mafia, traffico di droga

Sequestro di beni illegali: materiale pedopornografico, armi da fuoco

Implicazioni Legali e Etiche

Questioni legali

La perquisizione informatica pone diverse questioni legali, tra cui:

Garanzia del diritto alla privacy

Rispetto dei principi di proporzionalità e necessità

Tutela dei diritti digitali

Esempio di perquisizione informatica e Live Preview

Esempio:

Nell'ambito di un'indagine per cyberbullismo, la Polizia Giudiziaria acquisisce il decreto di perquisizione informatica del dispositivo mobile del presunto bullo. L'investigatore forense, durante l'analisi del telefono, utilizza la funzione Live Preview per esaminare in tempo reale i contenuti del dispositivo senza modificarli o eliminarli. In questo modo, l'investigatore può individuare rapidamente i messaggi e le immagini offensive che costituiscono le prove del reato.

Live Preview:

La Live Preview è una funzione di software forense che consente di visualizzare i contenuti di un dispositivo informatico senza la necessità di acquisirne una copia completa.

Questo strumento è particolarmente utile per:

  • Esaminare rapidamente grandi volumi di dati

  • Identificare i file di interesse senza modificarli

  • Preservare l'integrità del dispositivo

Conclusioni

La perquisizione informatica è uno strumento investigativo di primaria importanza nell'era digitale. L'articolo 247 del CPP fornisce un quadro normativo per la sua esecuzione, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali degli individui. Tuttavia, l'utilizzo di questa tecnica pone diverse questioni legali etiche che richiedono un'attenta valutazione.


Yuri Lucarini Informatico Forense Indagini Digitali Forensi




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